estratto da "La terra di oggi" - pag 01
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i passi, pensa. quanti passi in una vita. quante scelte, quanti errori, quanti cambiamenti di rotta, quanto dolore e quanta gioia.

il mare è lievemente increspato. come una seconda pelle, lo avvolge il salmastro, amato e umido.

vuole capire. decidere. una volta per tutte. sa che non sarà possibile, ma gli piace pensare potrebbe essere così. capirà cosa voleva veramente, dal più profondo del suo animo insoddisfatto, e farà quanto è in suo potere per realizzarlo.

il dolore, pensa. da dove viene, perché si crea. perché ti entra dentro e non ti abbandona.

cammina adagio, con la testa appena un po’ incassata fra le spalle e una sigaretta ancora spenta nella mano sinistra. non l’ha accesa per respirare l’odore del mare, farselo entrare dentro come aria consumata, vissuta, impregnata. perché si sente così. consumato, vissuto, impregnato. e vuole darsi un’altra forma, un altro odore, un altro scopo.

si sta facendo tardi, pensa. anche per me. sempre più tardi. è inevitabile. che sottile lama, questo dolore muto che non mi abbandona. perché non è originale, non è solo mio, non è eccezionale. non mi ucciderò non urlerò non farò niente, proprio niente, se non accendermi una sigaretta e continuare a camminare sul bagnasciuga. fino a sera. guarderò calare il sole, penserò “sta calando il sole”. mi entrerà dentro la nostalgia tiepida del non vissuto e rientrerò a casa, con un po’ di sabbia sotto alla suola delle scarpe.